NUOVA ENERGIA

La natura umana non è una macchina da costruire secondo un modello e da regolare perché compia esattamente il lavoro assegnato, ma un albero, che ha bisogno di crescere e di svilupparsi in ogni direzione, secondo le tendenze delle forze interiori che lo rendono una persona vivente. (John Stuart Mill)

lunedì 13 giugno 2016

IL RAGGIRO DI TELETHON



Di Antonella Randazzo
Tratto da NUOVA ENERGIA Periodico di Informazione e Cultura libera



Fare beneficenza è di certo una bella idea, ma occorre fare una grande attenzione per evitare che i nostri soldi (molti o pochi che siano) vadano nelle mani di chi non opera propriamente nel modo in cui dice per indurre a fare la donazione.
In questo articolo faremo riferimento a Telethon, ma sappiamo che esistono anche altre richieste di donazioni per le ricerche scientifiche.
Telethon esiste da ben oltre venti anni, ed è assai conosciuto perché ha una visibilità mediatica enorme. Si tratta di raccogliere denaro in modi diversi, persino attraverso sms o chiamate telefoniche.
Per spingere a fare la donazione vengono messi in campo artisti o personaggi di spettacolo molto noti e amati. Ad esempio, per molti anni si sono dedicati a questa raccolta personaggi come Pippo Baudo, Fabrizio Frizzi, Massimo Giletti, Raffaella Carrà, Tiberio Timperi, Milly Carlucci e molti altri personaggi popolari.

Occorre sapere che la struttura chiamata “Telethon” è stata creata apposta per chiedere soldi, e mette a punto tutti i modi possibili, arrivando a raccogliere milioni e milioni di euro.
La struttura esiste in molti paesi del mondo. In Italia è stata creata nel 1990 da Susanna Agnelli in collaborazione con l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm), con l’obiettivo di finanziare e promuovere ricerca scientifica sulle malattie genetiche. Si raccolgono fondi ogni anno, attraverso l’omonima maratona televisiva in onda sulle reti Rai, accompagnate da molte altre iniziative di raccolta, compresa la rete dei partner e rete dei volontari sul territorio nazionale. Attualmente la Fondazione Telethon è presieduta da Luca Cordero di Montezemolo.

Dunque, per raggiungere cifre astronomiche, Telethon utilizza non soltanto i programmi televisivi ma anche gli spot pubblicitari, come si trattasse di un prodotto da vendere. Il fatto raccapricciante è che in questo caso il “prodotto” è la salute umana, che di certo non può essere considerata alla stessa stregua di un prodotto fonte di denaro. Ma di fatto lo è.
E non finisce certo qui.
Un altro fatto di una certa importanza è che quella pubblicità e quei personaggi famosi messi in campo li pagate voi, se farete una donazione. Ad esempio, se date 10 euro, forse soltanto 3 o 4 andranno effettivamente a sostenere la ricerca, il resto andrà nelle tasche di chi organizza, di chi promuove e dei pubblicitari. Senza considerare poi le commissioni bancarie. Infatti, questa struttura utilizza il denaro che raccoglie per sostenersi, e quindi soltanto una minima parte andrà effettivamente alla ricerca.
Gli spot di solito raccontano storie tristi, in cui piccoli bambini si ammalano, e hanno bisogno di cure per guarire. Si racconta che attraverso Telethon la ricerca guarirà quei bambini (prima o poi), e che anche le malattie oggi incurabili diventeranno curabili.
Tutto sembra regolare e fatto a fin di bene, ma in realtà rasenta il raggiro.
Il raggiro in cosa consiste?
Consiste non soltanto nel far credere che tutti i soldi che date andranno alla ricerca, ma soprattutto nel far credere che la ricerca sia orientata verso la comprensione delle cause della malattia, e la conseguente cura definitiva. Così non è.
Principalmente il raggiro si articola in due punti, su cui pochi si soffermano perché non emergono dalla propaganda mediatica:

1) Si chiede denaro NON PER SCONFIGGERE la malattia ma solo per curarla, e questa cura consiste nell’eliminare i sintomi.
2) La ricerca è soprattutto ricerca di NUOVI FARMACI.

Nel punto 1 vediamo che la ricerca non punta a conoscere le cause delle malattie, ma soltanto un modo per eliminare i sintomi (con i farmaci), o togliere nel presente la manifestazione di quella malattia (con interventi chirurgici). Quindi, NON SI RICERCANO LE CAUSE, e si deve tener conto che soltanto la conoscenza delle cause può eliminare veramente e definitivamente la malattia.
Su questo raggiro siamo in grado di dirvi anche qualcosa di più: non soltanto la ricerca ufficiale non mira a conoscere le cause delle malattie, ma anche se lo volesse NON SAREBBE IN GRADO DI FARLO.
Perché?
Per tre principali motivi:
1) I suoi paradigmi di base lo impediscono perché non sono realistici. Infatti, l’uomo non è quello che la medicina ritiene: non è soltanto un corpo ma molto di più, e quegli aspetti ignorati dalla medicina ufficiale sono importanti per capire l’origine delle malattie.
2) La Scienza attuale vede la natura come nemica e in caso di malattie sostiene l’ideologia dell’aggressore esterno (virus o batterio), cercando di “riparare” attraverso prodotti chimici o interventi traumatici. Ignora che spesso la guarigione può avvenire semplicemente comprendendo gli stessi meccanismi di guarigione che esistono in natura, quindi non occorre alcun prodotto chimico. Forse stenterete a credervi, ma sono esistite società umane in cui non esisteva alcuna malattia, e si moriva semplicemente di vecchiaia. Non è certo un caso che in queste società si rispettavano i ritmi e i suggerimenti della natura, sia nell’alimentazione che nello stile di vita. Come ben sappiamo, oggi il numero delle malattie è forse superiore ad ogni altra epoca. Più la scienza “ripara” e più ci si ammala (le statistiche parlano chiaro). Spesso chi entra in un percorso di “cura” medica sa di entrarci ma non sa come e quando (e se) ne uscirà.
3) Alla base della medicina ufficiale c’è la ricerca del profitto, quindi non si può orientare la ricerca su settori che potrebbero non produrre alcun profitto, come nel caso in cui si scoprisse di poter guarire attraverso l’energia prodotta dalla stessa persona, o attraverso sostanze prodotte dallo stesso organismo, o in quantità enormi dalla natura.
Osserva il medico Ben Johnson nel libro “Il codice della guarigione”:

“L'industria farmaceutica non trae profitto dal fatto che qualcuno riacquisti la propria salute; trae profitto solo quando quel qualcuno continua a trattare i sintomi un mese dopo l'altro, un anno dopo l'altro. Questo introduce la nostra prossima era medica: l'era del farmaco e delle sostanze chimiche. Perché le chiamo sostanze chimiche? In parole molto semplici, perché questo è ciò che sono. Il metodo di produzione della maggior parte dei farmaci consiste in primo luogo nel reperire un'erba benefica. Poi si cerca di scombinarla al fine di scoprirne gli ingredienti "attivi". A quel punto non è ancora possibile richiedere il brevetto. E ricordate: non c'è profitto senza una esclusiva. Quindi, il passo successivo del processo di produzione di un farmaco richiede che si debba alterare l'ingrediente "attivo" affinché non sia più naturale. A questo punto abbiamo ottenuto una sostanza chimica. Si potrebbe pensare che la cosa non sia poi così negativa, ma cercate di capire che i sistemi fisiologici del nostro organismo sono progettati per avere a che fare solo con materiali organici.
Quindi abbiamo una sostanza, una droga, che l'organismo non è più in grado di eliminare rompendola. Questa sostanza prende il nome di tossina. Siamo in presenza di una intera industria basata sulla fabbricazione di tossine, invece potremmo utilizzare sia i materiali organici naturali, che funzionano in modo molto più efficiente rispetto alla fisiologia del corpo, sia tutti i componenti naturali facenti parte della sostanza organica o della pianta originale. Per esempio: uno dei farmaci più venduti della storia è il Valium. Lo si estrae dalla radice di valeriana. Questa radice rappresenta uno dei migliori sedativi e agenti ansiolitici naturali. Esiste allo stato naturale, in natura. La sintesi della radice di valeriana, effettuata allo scopo di creare un farmaco più potente e brevettabile, ha dato origine in tutto il mondo alla necessità di creare cliniche per chi soffre di dipendenza da Valium.”

Questo spiega perché in tanti anni in cui attraverso Telethon sono stati raccolti una quantità enorme di milioni, nessuna malattia è stata definitivamente debellata, ma sono stati messi in commercio nuovi farmaci o sono state create nuove cure basate sulla chimica. Cure che non possono essere definitive, non potendo escludere che il problema si ripresenti.
Non stiamo dicendo che la ricerca farmaceutica sia del tutto inutile, ma che essa non ha quella totale e assoluta importanza che la medicina ufficiale le attribuisce. Dobbiamo ricordare che esistono già metodi di guarigione per quasi tutte le malattie, anche se questi metodi non fanno parte della medicina ufficiale. Inoltre, gli spot che fanno leva sul pietismo o sull’emotività, arrivando a strumentalizzare la sofferenza umana, ci appaiono moralmente riprovevoli. E appaiono ancora più riprovevoli e inaccettabili se si pensa che giocano sulla disinformazione.
Spesso la guarigione dipende dall’informazione più che dalla ricerca, ma i media ufficiali si guardano bene dal dare un’informazione che potrebbe far perdere molto denaro alle multinazionali del farmaco. Ad esempio, esistono metodi basati sull’alimentazione o sull’energetica, che hanno guarito moltissime persone dal cancro o da altre malattie gravi e meno gravi. Questi metodi non hanno ricevuto alcun contributo per la ricerca, perché non sono metodi farmacologici.
Siamo indotti a credere che se scopriamo di avere una malattia dobbiamo per forza cercare qualche farmaco che ci guarisca, ma esistono oggi moltissime testimonianze di persone che sono guarite senza assumere alcun farmaco. In molti casi, le persone sono guarite perché hanno scoperto la vera causa della loro malattia.
Quello che state leggendo qui non è frutto soltanto di isolate opinioni, ma può emergere anche attraverso l’esperienza degli stessi scienziati che fanno ricerca. Infatti, di tanto in tanto emergono voci che denunciano il raggiro di Telethon, anche se ovviamente non arrivano mai ai mass media, e quindi non producono la consapevolezza che dovrebbero produrre.
Ad esempio, Telethon ha raccolto oltre 95 milioni di euro soltanto per la ricerca sulle malattie genetiche. Risultati? Secondo un luminare della ricerca sulle malattie genetiche, il professor Marc Peschanski, non si è arrivati a nulla, anzi, è stata intrapresa una strada sbagliata.
Ancora più esplicito è stato Jacques Testard, direttore di ricerca all'Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica (Inserm), uno dei massimi esperti nella ricerca genetica. In un'intervista con Medicina-Douces.com. ha detto:

“I test terapeutici sugli esseri umani sono giustificati quando sono l'unica possibilità, anche piccola, per salvare una vita. Ma è assolutamente contraria all'etica scientifica (e medica) far credere a dei successi imminenti di uno o di un altro farmaco. Nonostante i numerosi errori, i fautori della terapia genica (spesso le stesse di quelle degli OGM) sostengono che ‘finiremo per arrivarci’, e hanno creato una tale aspettativa sociale che il ‘misticismo del gene’ si impone ovunque, sino nell'immaginario di ciascuno. Il successo costante del Telethon dimostra questo effetto, poiché a forza di ripetute promesse, e grazie alla complicità di personalità mediatiche e scientifiche, questa operazione raccoglie donazioni per un importo vicino al bilancio di funzionamento di qualsiasi ricerca medica in Francia. Questa manna influisce drammaticamente sulla ricerca biologica in quanto la lobby del DNA dispone del quasi monopolio dei mezzi finanziari (finanziamenti pubblici, dell'industria e della beneficenza) e intellettuali (riviste mediche, convenzioni, contratti, man bassa sugli studenti ...). Quindi, la maggior parte delle altre ricerche sono gravemente impoverite - un risultato che sembra sfuggire ai generosi donatori di questa enorme operazione caritativa.”

Inoltre, questi ricercatori avvertono che “non è sufficiente disporre di mezzi finanziari per guarire tutte le patologie. Lasciar credere a questo strapotere della medicina, come lo fa il Telethon è indurre in errore i pazienti e le loro famiglie”.
Dunque, dopo oltre venti anni di spot e di promesse, la terapia genica, a detta dei suoi stessi ricercatori, non è considerata una buona strategia per guarire la maggior parte delle malattie genetiche.
Quindi, prima di dare il nostro contributo in denaro, è bene sapere se realmente la causa che si sta sostenendo merita il nostro sostegno e, soprattutto, se davvero il denaro servirà per finalità concrete e utili.
Di certo, Telethon non avrebbe suscitato così tanto sostegno da parte delle banche se realmente avesse voluto operare per debellare le malattie, perché sappiamo bene che c’è chi guadagna molto più dalle malattie che non dalla salute. Imbottire le persone di farmaci o mutilarle gravemente è assai utile a chi di certo non è disposto a perdere il potere di controllo sulla salute umana.




© RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo articolo è tratto dalla pubblicazione “NUOVA ENERGIA”, giornale di Geopolitica e Cultura offerto previo abbonamento. Per informazioni andare al sito:
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