NUOVA ENERGIA

La natura umana non è una macchina da costruire secondo un modello e da regolare perché compia esattamente il lavoro assegnato, ma un albero, che ha bisogno di crescere e di svilupparsi in ogni direzione, secondo le tendenze delle forze interiori che lo rendono una persona vivente. (John Stuart Mill)

mercoledì 26 giugno 2013

L’INFERNO SECONDO RUIZ



Secondo lo studioso Don Miguel Ruiz, l’inferno non ha gironi, non si trova dentro una buia grotta e non ha diavoli crudeli che torturano i peccatori. L’inferno è uno stato esistenziale dominato dalla paura, in cui c’è molto dolore, sofferenza, e ansia. Questo stato di cose è prodotto dalla situazione interna della stessa persona che lo vive. Nel libro "I quattro accordi", scrive:

"Nel sogno del pianeta è normale per gli uomini soffrire, vivere nella paura e creare drammi emozionali. Il sogno esterno non è piacevole. E' un sogno di violenza, di paura, di guerra e di ingiustizia. I sogni personali variano, ma a livello globale si tratta più che altro di un incubo. Se guardiamo la società umana, vediamo un luogo in cui è molto difficile vivere, perché è governato dalla paura. In tutto il mondo vediamo sofferenza, rabbia, vendetta, dipendenza, violenza nelle strade e tremende ingiustizie. La paura forse esiste a livelli diversi in paesi diversi, ma globalmente controlla il sogno esteriore.
Se paragoniamo il sogno della società umana con la descrizione dell'inferno, propagandata da tante religioni, scopriamo che si somigliano moltissimo. Le religioni dicono che l'inferno è un luogo di castigo, di paura, dolore e sofferenza, un luogo in cui siamo consumati dal fuoco che è generato dalle emozioni basate sulla paura. Ogni volta che proviamo rabbia, gelosia, odio o invidia, sentiamo un fuoco bruciarci dentro. Viviamo in un sogno infernale. L'inferno è intorno a noi. Ci raccontano che se non ci comportiamo come dovremmo andremo all'inferno. Che novità! Ci siamo già, all'inferno, noi e le persone che ci dicono queste cose. Certo, gli altri possono gettarci in un inferno più grande, ma solo se permettiamo loro di farlo. Ogni essere umano ha il proprio sogno personale, spesso governato dalla paura, così come il sogno della società. Impariamo a sognare l’inferno durante la vita. Le stesse paure si manifestano in modi diversi per ogni persona, ovviamente, ma tutti sperimentiamo rabbia, gelosia, odio o invidia. Il nostro sogno personale può anche diventare un incubo senza fine, fatto di paura e sofferenza. Ma non è necessario vivere in un incubo. Possiamo anche fare un sogno piacevole".(1)

Perché molti esseri umani creano l’inferno anziché il paradiso?
Secondo Ruiz ci sono quattro principi che possono cambiare la vita, eliminando la sofferenza:

“1. Sii impeccabile con la parola: La parola è il potere con cui creiamo, la parola è una forza, è il potere di esprimere e comunicare, di pensare e quindi di creare gli eventi della nostra vita. Come una spada a doppio taglio può creare un sogno magnifico, oppure distruggere tutto.
La parola impeccabile crea bellezza, armonia, comunione. A seconda di come la usiamo la parola ci renderà liberi o schiavi. Se ci abbandoniamo all’ira e con le nostre parole inviamo veleno emozionale verso altre persone, stiamo usando la nostra parola contro di noi. Se invece le nostre parole esprimono rispetto ed amore creeremo attorno a noi armonia e serenità.
Principalmente ci serviamo della parola per diffondere i nostri veleni personali: ira, gelosia, invidia ed odio. La parola è magia pura è il dono più potente che abbiamo. L’impeccabilità della parola può guidarci verso la libertà personale, verso il successo e l’abbondanza, può toglierci la paura e trasformarla in gioia ed amore.
2. Non prendere nulla in modo personale: qualunque cosa accada intorno a noi non prendiamola personalmente. Ciò che fa soffrire l’essere umano si chiama importanza personale – cioè la tendenza a prendere tutto sul piano personale, come se tutto il mondo ruotasse attorno a noi. Nulla di ciò che fanno gli altri è a causa nostra, ognuno vive nel proprio sogno, nella propria mente e in un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Quando prendiamo qualcosa in modo personale, crediamo che gli altri sappiano cosa c’è nel nostro mondo e cerchiamo di imporre il nostro punto di vista sul loro. Anche quando una situazione sembra estremamente personale, anche quando gli altri ci insultano direttamente, non ha nulla a che fare con noi. Quello che dicono e fanno, le opinioni che manifestano, tutto segue gli accordi che hanno preso con se stessi. Il loro punto di vista deriva dalla programmazione che hanno ricevuto dall’ambiente. Se qualcuno ci dice qualcosa di spiacevole, la verità è che quella persona sta affrontando le proprie emozioni, opinioni e convinzioni. Cerca di inviarci del veleno, e se prendiamo in modo personale ciò che ci dice, il veleno passa dentro di noi. Facciamo attenzione a non mangiare “tutta la loro spazzatura emotiva”, basta non prendere nulla in modo personale per essere immuni al veleno. Quando prendiamo le cose personalmente ci sentiamo offesi e la reazione è quella di difendere le nostre convinzioni, creando conflitti. Rendiamo grande qualcosa che di per sé è piccolo, perché abbiamo bisogno di avere ragione e di dimostrare che gli altri si sbagliano. Anche noi trasmettiamo le nostre opinioni e anche per noi vale il fatto che qualunque cosa facciamo, qualunque emozione proviamo, si tratta di una proiezione del nostro sogno personale di un riflesso del nostro sistema di credenza. Quello che diciamo e quello che facciamo, le opinioni che abbiamo, tutto è il riflesso del nostro sistema di credenza, perciò non ha nulla a che vedere con gli altri. Il lavoro da fare è arrivare al punto in cui il giudizio degli altri - sia in positivo che in negativo - non ci tocca, perché abbiamo la percezione interna del nostro valore e quindi non restiamo agganciati da ciò che gli altri pensano di noi. Qualunque cosa gli altri pensano o dicano di noi non ci riguarda, stanno parlando a voce alta di se stessi. L’essere umano crea dentro di sé un film, di cui è protagonista, regista, produttore e tutti gli altri sono personaggi secondari . Il nostro punto di vista è personale è la nostra realtà. Chi si arrabbia è perché ha paura e l’altro è solo un pretesto per portare fuori un disagio, un tema non risolto.
Se siamo in armonia con chi ci circonda, significa che l’altro non ci suscita nessuna reazione negativa e quindi questo vuole semplicemente dire che non stiamo contattando una nostra paura o un nostro limite e quindi non lo riversiamo sull’altro. Anche le opinioni che abbiamo su di noi non sempre sono esatte, infatti molto spesso tutte le varie sub-personalità parlano contemporaneamente – immaginiamo un mercato dove tante persone parlano tutte insieme – e quindi risulta complesso essere obbiettivi e centrati. Quando nulla viene preso in modo personale si evitano sentimenti di rabbia, gelosia, rancore, invidia.
3. Non supporre nulla: Tendiamo a supporre ciò che gli altri pensano o fanno, lo prendiamo sul personale, li incolpiamo e reagiamo inviando loro veleni emozionali tramite le parole. Per questo ogni volta che supponiamo qualcosa stiamo sbagliando. Facciamo una supposizione, capiamo male, prendiamo la cosa in modo personale e finiamo per creare un dramma completamente inutile. Tutta la tristezza, tutti i drammi della nostra vita sono fondati sulle supposizione sull’abitudine di prendere le cose in modo personale. E generalmente cominciamo a spettegolare ed inviare veleno emozionale sugli altri sulla base delle nostre supposizioni. E’ sempre meglio chiedere che supporre, la supposizione porta equivoci ed incomprensioni. Supporre che gli altri sappiano ciò che pensiamo e che perciò non sia necessario dirlo, è un errore che accade spesso nei rapporti… Supponiamo che gli altri vedano le cose nel nostro stesso modo. Immaginiamo che gli altri sentano ciò che sentiamo noi, giudichino con il nostro stesso metro e maltrattino le persone come facciamo noi. Questa è la più grande supposizione degli esseri umani, ed è il motivo per cui abbiamo paura di essere noi stessi in presenza di altre persone. Crediamo che tutti ci giudicheranno, ci maltratteranno e ci biasimeranno come facciamo noi. Perciò, ancora prima che qualcuno abbia la possibilità di rifiutarci, ci siamo già rifiutati da soli. Così funziona la mente umana.
4. Fai sempre del tuo meglio: valutando però momento per momento, ascoltandoci, al fine di non strafare. L’importante è non giudicarsi, così da non cadere nei sensi di colpa, se facciamo del nostro meglio impariamo ad accettarci. Occorre arrivare al punto di agire per il piacere di agire. Fare le cose dandogli valore e sentendole importanti per noi, anche le piccole cose quotidiane, al fine di far assumere loro un valore diverso… Se siamo impeccabili con la parola, se non prendiamo le cose a livello personale, se non supponiamo nulla e facciamo sempre del nostro meglio, saremo in grado di controllare la nostra vita.”

In poche parole, per uscire dall’inferno, secondo Ruiz, occorre ritornare ad una sorta di “innocenza” che l’uomo ha dentro di sé nell’infanzia, ma che perde a causa del suo adattamento al contesto sociale. Innocenza significa avere un pensiero “puro”, essere fedeli a se stessi uscendo dai vecchi condizionamenti. Significa avere fiducia nella Vita, credendo che i propri valori possano essere vissuti. L’innocenza può eliminare vecchi rancori, l’invidia, l’odio, la rabbia, il pensar male del prossimo, perché permette alla persona che la sceglie di abbracciare sentimenti ad alta vibrazione, esprimendo il lato migliore di sé.
In conclusione, come ci hanno detto i saggi di tutti i tempi, anche Ruiz ci dice che siamo noi stessi a creare l’inferno o il paradiso, scegliendo i sentimenti, le credenze e le emozioni con cui plasmiamo la nostra vita. Quando si ha fiducia nella vita ci si abbandona ad essa, e questo implica un forte senso di responsabilità, che elimina quel vittimismo che fa vedere sempre gli altri quali responsabili della nostra infelicità. Significa conquistare la tanto agognata libertà.
L’insegnamento di Ruiz risulta ancora più importante ai nostri giorni, in cui molti parlano di una “svolta”. Si tratta di un cambio di paradigma: dal vecchio paradigma, che era basato sul vittimismo, sulle divisioni e sulla guerra, al nuovo che si basa sulla responsabilità, sulla solidarietà e sulla cooperazione pacifica di tutte le nazioni. Non si sta parlando di cose astratte o di ideologie ma di qualcosa che sta accadendo ai nostri giorni: moltissimi movimenti senza bandiere né ideologie si stanno interrogando su un nuovo modo di intendere la realtà e la stessa vita umana. Il nuovo sta emergendo anche se ancora non nella vita di tutti e non sempre in modo chiaro.
Sempre più persone stanno rifiutando il vecchio paradigma, andando oltre l’idea che “un mondo migliore è possibile”, con lo slogan “un mondo migliore è necessario”. Questo senso di una necessità del cambiamento molti lo stanno “respirando nell’’aria” anche se non tutto è chiaro e non ci sono precise aspettative. Quello che si sa per certo è che il vecchio paradigma richiedeva una buona dose di paura, mentre il nuovo richiede molto amore. La scelta si riassumerebbe in una scelta di paura (vecchio paradigma) o di amore (nuovo paradigma).
Non si può essere liberi se si ha paura, e non si può essere felici se si rimane schiavi. Come ebbe a dire Osho Rajneesh: “Una libertà che ha paura non è affatto libertà: la libertà e la paura non possono coesistere. La paura è la morte di ogni libertà, e la libertà è possibile solo quando tutte le paure si sono completamente dissolte”.(2)
Il vecchio paradigma non funziona più nel portare avanti l’esistenza umana in modo accettabile, sono troppe le disfunzioni e i paradossi. E’ ormai giunto al punto di rottura, alla fine. Il nuovo paradigma richiede solidarietà, il sentirsi tutti uniti e vicini, al di là delle religioni, dell’etnia o della nazionalità.

NOTE

1)Don Miguel Ruiz, I quattro accordi. Guida pratica alla libertà personale. Un libro di saggezza tolteca, Punto d'Incontro, Vicenza 2008, pp. 21-22.
2) Osho Rajneesh, L’Essenza segreta, Cairo Editore, Milano 2006, pp. 194-195.




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2 commenti:

  1. bello!anzi bellissimo!!!| Che dire altro. C'è però qualcosa che ci impedisce di applicare i 4 accordi con noi stessi e il resto del mondo esterno. Questo qualcosa è quello che fa la differenza, quello che differenzia un pauroso da un amoroso.Questo qualcosa non è di facile comprensione. Chi non vorrebbe vivere ed essere senza paure, amante perfetoo e amato perfettamente? Ed invece ecco il mondo pieno di egoismo, avidità ,violenza ecc.Ebbene questo "quid"di difficile messa a fuoco ed ancor più di rara acquisizione interiore è svelato da una magica parola, sulla cui meditazione invito tutti quanti a riflettere per unirvi ad essa e superare le paure ,aumentando la capacità d'amare e realizzando di conseguenza vieppiù felicità individuale e collettiva. Questa parola è "Unione", unità ,in indiano YOGA. Ma unione con chi e con che cosa? e unione di che tipo fisica,emozionale o mentale? la risposta è soggettiva ma lo sforzo deve accomunare tutti, indistintamente.L'unica regola generale è :Conosci te stesso il resto vien da sè. Auguri e buon 2014

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  2. bello!anzi bellissimo!!!| Che dire altro. C'è però qualcosa che ci impedisce di applicare i 4 accordi con noi stessi e il resto del mondo esterno. Questo qualcosa è quello che fa la differenza, quello che differenzia un pauroso da un amoroso.Questo qualcosa non è di facile comprensione. Chi non vorrebbe vivere ed essere senza paure, amante perfetoo e amato perfettamente? Ed invece ecco il mondo pieno di egoismo, avidità ,violenza ecc.Ebbene questo "quid"di difficile messa a fuoco ed ancor più di rara acquisizione interiore è svelato da una magica parola, sulla cui meditazione invito tutti quanti a riflettere per unirvi ad essa e superare le paure ,aumentando la capacità d'amare e realizzando di conseguenza vieppiù felicità individuale e collettiva. Questa parola è "Unione", unità ,in indiano YOGA. Ma unione con chi e con che cosa? e unione di che tipo fisica,emozionale o mentale? la risposta è soggettiva ma lo sforzo deve accomunare tutti, indistintamente.L'unica regola generale è :Conosci te stesso il resto vien da sè. Auguri e buon 2014

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